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Il Premio Salvatore Cerino 2025 celebra poesia e identità partenopea tra emozioni, memoria e giovani talenti



Napoli, 19 maggio – lo scorso Sabato 17 maggio, alle ore 18.45, la chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina si è trasformata in un piccolo tempio della poesia. Sotto l’Egida del poeta Jacopo Sannazaro, o meglio del suo monumento funebre, tra affreschi e affaccio sul mare, è andata in scena la XXI edizione del Premio Nazionale di Poesia “Salvatore Cerino”, un evento che ogni anno unisce cultura, sentimento e tradizione napoletana, rendendo omaggio alla figura del poeta Salvatore Cerino (1910–1992), maestro del verso e cantore dell’anima di Napoli.
“Na carezza d’aria ’e mare, nu suspiro ’e Dio me pare”, come ha riportato Alessandro Ruocco alla premiazione. Proprio da quella carezza simbolica è partito un pomeriggio ricco di emozioni, parole e riflessioni profonde. Il premio – patrocinato dalla Regione Campania e dal Comune di Napoli, e insignito in passato della Medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica – è stato presentato da una giuria d’eccezione presieduta dal prof. Francesco D’Episcopo, insieme a Ermanno Corsi, Lydia Tartisano, Iana Salerni e Marco Molino.
Erano presenti all’evento anche Umberto Santacroce, presidente del Gulf of Naples Film Independent Festival, Marianna Scagliala, scrittrice. Partecipante di spicco Umberto Franzese, direttore del Premio Masaniello e direttore del periodico QuestaNapoli. Anche lui premiato nel corso dell’evento.
A inaugurare la serata, le parole di padre Salvatore Perrella, che ha offerto una riflessione spirituale e culturale densa di significato:
“La parola recordavi in latino significa riportare al cuore. È questo che facciamo oggi: ricordiamo Salvatore Cerino, anche se non l’ho conosciuto, ne ho colto la grandezza parlando con chi lo ha amato. Iniziative come questa servono a riaccendere il pensiero. Oggi si parla tanto di reset: tornare al paradigma, ripulire, ricominciare. E l’arte è uno strumento essenziale. Papa Francesco ci lasciava due parole chiave: fratellanza e misericordia. Il nuovo Papa Leone XIV, uomo buono e mite, ha detto agli ambasciatori: “Date alla gente ciò di cui ha bisogno”. Gli artisti, grazie a Dio, non devono mancare. E i giovani, se cresciuti nell’amore, sanno essere migliori di noi”.
Un messaggio forte, raccolto anche dalla vicepresidente della Regione Campania Valeria Ciarambino, presente tra il pubblico:
“Il Premio Cerino è un appuntamento che risuona nell’anima del popolo napoletano. La cultura è ciò che siamo. È la nostra identità, il nostro patrimonio. E chi fa cultura nella nostra terra, spesso con mezzi propri e pura passione, va sostenuto. Solo scoprendo chi siamo davvero, potremo sentirci parte attiva della nostra comunità”.
A dare un’ulteriore chiave di lettura, profonda e ironica, è stato Francesco D’Episcopo, docente di Letteratura Italiana e Comparata alla Federico II, nonché presidente di giuria:
“Siamo in uno dei luoghi più belli di Napoli. Per arrivare qui c’è anche un ascensore, ma io ho preferito fare le scale: è così che si scopre la città. Napoli non è Italia: lo diceva anche un giornalista inglese. Napoli è genio, è Maradona, è Pino Daniele. È ispirazione pura. E se abbiamo un difetto, è che siamo troppo umili. La lingua? Va valorizzata. Giovanni Pontano scriveva in latino, ma era “napolinizzato”. Ai ragazzi dico: leggete di più e studiate di meno. Perché nella lettura c’è libertà”.
Il cuore della serata è stata naturalmente la premiazione dei vincitori, suddivisi per categoria e lingua.
Premi Lingua Napoletana – Senior:
1° Enrico del Gaudio, ’O Sciall;
2° Francesco Limite, L’Alfabbet e Napul;
3° Fausto Marseglia, ’O Ggiudizz;
Lingua Italiana – Senior:
1° Giovanni D’Amiano, Ora che siete altrove;
2° ex aequo: Maria Elena Lattanzi, Saremo tempesta; Giovanni Della Ragione, Risveglio;
3° Jolanda Anna Tirotta, L’urlo di una lacrima;
Lingua Napoletana – Junior:
1° Maria Federica Stiano, ’A Memoria nun more;
2° ex aequo: Domenico Coppola, ’A fede nun more maje;
3° ex aequo: Catello Sbrescia, L’ammore; Lorenzo Pecorello, ’Na jurnata ’e sole;
Lingua Italiana – Junior:
1° Melissa De Crescenzo, Tra le ombre e le radici;
2° Aya Chegdani, Là dove il silenzio grida;
3° Lavinia Limatola, Elogio del cuore;
Istituto Cariteo Italico – Premio Scuole:
1° ex aequo: Alessia Carandente, Il terrore della guerra; Annamaria Capasso, L’ansia;
2° ex aequo: Sara Esposito, L’adolescenza; Imma Rispoli, Danz(i)amo;
3° Claudia Cardellino, Il peso delle parole.
A intervallare le premiazioni, gli intermezzi musicali di Andrea Parente e Oscar Montalbano e le letture appassionate dell’attrice Liliana Palermo, che ha dato voce alle poesie finaliste.
Un premio che è ormai una certezza nel panorama culturale napoletano. Un luogo dell’anima, dove la poesia si fa memoria e la memoria si fa speranza. Perché, come insegnava Cerino, “na carezza d’aria ’e mare” può ancora commuovere un’intera città.