La chiesa di Santa Maria del Parto  è una chiesa che si erge in uno dei luoghi magnifici di Napoli, situata nel quartiere di Chiaia, nella zona di Mergellina. Ospita  al suo interno la tomba rinascimentale del poeta Jacopo Sannazaro.  Nell’ambiente napoletano della seconda metà del ‘400 Sannazaro occupò un ruolo di primo piano. Tutta la giovinezza del poeta fu spesa tra la corte aragonese e l’Accademia Pontaniana, ambienti da cui apprese la raffinata cultura che emerge nelle sue opere. L’opera celeberrima di Sannazaro è l’Arcadia, un componimento in prosa e poesia, alla maniera della Vita nuova di Dante, cui si ricollega anche per il contenuto: spicca la narrazione di un amore giovanile.

Federico d’Aragona riconobbe  a Jacopo Sannazaro una  pensione di seicento ducati, oltre ad un terreno nella zona di Mergellina. Con molta probabilità nel podere esisteva già una villa a cui venne fatta aggiungere dallo stesso Sannazaro una torre, oltre alla realizzazione di un progetto per la costruzione di due chiese sovrapposte: i lavori di realizzazione di queste iniziarono nel 1504 quando il poeta si trasferì a Mergellina. La chiesa sottostante fu terminata nel 1525, interamente scavata nel tufo, somigliante alla vicina tomba monumentale di Publio Virgilio Marone, con ingresso autonomo e dedicata a santa Maria del Parto, nome derivante da una delle opere del Sannazaro, De Partu Virginis, divenendo luogo di preghiera per tutte le donne incinte o per quelle che desideravano avere un figlio: era infatti usanza riunirsi il 25 di ogni mese per recitare preghiere in favore di queste donne, a seguito della morte del Sannazaro la chiesa cadde in abbandono. La chiesa superiore invece rimase parzialmente incompiuta sia per l’epidemia di peste che  affliggeva Napoli in quel periodo, sia per l’instabilità politica dell’epoca: la chiesa, nata con l’intento di essere una cappella privata, venne dedicata a San Nazario, probabilmente per onorare un voto  dal poeta durante il suo esilio francese. 

Con l’assedio francese del 1528 il complesso venne saccheggiato da Filiberto di Châlons la torre abbattuta: fu così che l’anno successivo Sannazaro decise di donarlo ai frati dell’ordine dei  Servi di Maria a cui assicurò anche un compenso di seicento ducati l’anno per il completamento della chiesa ed erigere un monumento funebre in suo onore, alla sua morte, all’interno di essa. Negli anni a venire sia Giovan Carlo Mormile che Giovan Simone Moccia ingrandirono ed abbellirono il tempio tanto da farlo diventare luogo di preghiera durante il periodo estivo per la corte vicereale: fu così che la chiesa prese il nome definitivo di Santa Maria del Parto. Con la soppressione degli ordini monastici voluta da Napoleone Bonaparte durante  il decennio francese,  i Servi di Maria furono allontanati e la chiesa con le sue proprietà passarono in mano ai privati: fu in questo periodo che la facciata venne modificata per dare spazio alle abitazioni. Nel 1812 fu affidata alla confraternita del Santissimo Rosario, il 24 maggio 1935 divenne  parrocchia autonoma, mentre solo nel 1971 ritornò ai Servi di Maria.